INTERPRETAZIONE QUADRO 2


 

 

Questo dipinto fotografa lo stato attuale del mondo musicale: creazione, produzione, ascolto.
La produzione (per fortuna ci sono le eccezioni) sta messa male, lo testimonia il nanetto che ben la rappresenta. Al periodo dei Giganti (del Gregoriano ai primi del novecento) è succeduto quello dei nani. Osserviamolo bene questo gnometto. Esso rappresenta non il moderno compositore, ma il produttore, il venditore di musica: i suoi vestiti appariscenti vorrebbero camuffare la sua inconsistenza e la sua miopia. Per lui la musica non è un’arte, ma un mezzo per far soldi, quindi deve necessariamente capovolgere tutto e seguire la direzione opposta così come simboleggiato dagli sci. Se nel tempo dei giganti veniva privilegiato l’aspetto spirituale, adesso va privilegiato quello materiale; se per i libretti d’opera e i testi delle canzonette si attingeva al mondo della poesia e della letteratura in genere, oggi il pozzo al quale attingere è quello della trasgressione ad oltranza. Il risultato è (e stiamo parlando del compositore-paroliere-librettista) che mentre una volta la musica dava Luce e Vita (il lume a petrolio accanto ai vecchi dischi ce lo ricorda), oggi ci porta verso l’oscurità dell’inverno, attraverso un autunno musicale (simboleggiato da foglie morte). Oggi la musica sfiora appena il piano dei sentimenti bassi. La memoria del passato (simboleggiata dai 78 giri sbattuti a terra) viene disprezzata. Infine l’ascolto: La bella ed annoiata signora ‘si gode’ quella parte di nichilismo prodotto dalla musica (quello prodotto dalla letteratura, priva anch’essa di ogni valore, è rappresentato dal libro sul quale poggia la mano). La cosa più deprimente è che le foglie morte della musica sfiorano appena i suoi vestiti, non la toccano nemmeno. Un quadro davvero desolante, se visto da questa ottica. Il decadentismo musicale del nostro tempo è tutto in questo dipinto.

La musica, come ogni altra arte esige creatività, vita, foglie verdi e non foglie morte.



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