Fra mistica e realtà

 

Bussavo alla tua porta
ma tu già mi avevi aperto

 

Volevo farti ridere
ma tu ridevi già da prima

 

Avevo da farti una domanda
e tu già mi avevi dato la risposta

 

Scalavo la ripida montagna
e tu eri dietro di me sulla cima

 

Volevo incontrarti
ma tu mi conoscevi già da tempo

 

Volevo guardarti negli occhi
e i tuoi occhi pronti pronti mi inondavano con la tua luce

 

Volevo stringerti la mano
ma tu mi avevi già abbracciato

 

Volevo suonare qualcosa
ed un’intera orchestra già era pronta

 

Ti giro intorno
e tu giri dentro me

 

Che strana sensazione,
Tutto è già finito, tutto sta per iniziare

  

Luca

 

 

Commento all poesia n. 2  "Fra mistica e realtà"  di Luca

 

Iniziamo coll'esaminare il significato delle parole mistica e realta`: la mistica e` l'esperienza spirituale vissuta  nella conoscenza e contemplazione dell'Assoluto; la realta`, nel suo senso concreto, e` cio` che 'e`' contrapposto a cio` che 'non e`' (= sogno, immaginazione, possibilita` ecc.); i due termini preceduti dalla preposizione fra potrebbero indicare una posizione intermedia del'autore tra due estremi in contrapposizione: cioe` tra una 'non realta`' e una 'realta`' in una sorta di armoniosa conciliazione degli opposti.
Bussavo alla tua porta, ma tu già mi avevi aperto:  nello Zen del Mumonkan si parla di 'bussare alla porta senza porta', come di tecnica indispensabile per entrare nel Tempio interiore per conoscerSi. La porta  e` 'passaggio', 'ingresso', 'vuoto' nella parete che permette di conoscere cio` che c'e` 'oltre'; se la porta e` aperta, si puo` entrare, ma,  anche se la porta e` aperta, occorre bussare e chiedere il permesso di entrare.  Entrare in noi stessi dovrebbe essere nostro diritto, ma abbiamo il dovere di  accertarci della nostra qualificazione, perche` nel Tempio, si puo` entrare solo quando si e` pronti e con la veste adatta.  Se quando Luca  scrive  'tu'  lo relaziona al Se`, allora dovrebbe scriverlo maiuscolo, per non generare confusione tra le varie componenti della sua personalita`.
Volevo farti ridere, ma tu ridevi già da prima: noi siamo il burattino del nostro "Io Sono", il nostro desiderio di divertirLo, di essere i Suoi pagliacci, potra` certamente esserGli gradito, ma e` opportuno essere coscienti che tutta la Creazione e` un'unica Cosmica Risata, alla quale noi non possiamo che umilmente fare eco.
Avevo da farti una domanda, e tu già mi avevi dato la risposta: in ogni domanda sincera e` insita la giusta risposta. Occorre domandare, domandare e domandare con insistenza, e attendere con fiducia; la Risposta arriva sempre e anche quando crediamo di conoscerLa, e` sempre nuova e non finisce di stupirci.
Scalavo la ripida montagna, e tu eri dietro di me sulla cima:  anche la simbologia della scalata della ripida montagna  rivela  l'aspirazione verso l'alto, verso il cielo, la` dove alto e basso, cima e fondo, davanti e dietro perdono il loro significato letterale e ne acquistano uno piu` profondo: sulla cima della montagna si puo` conoscere il Roveto ardente e la propria missione, avere le tavole della Legge, e anche vedere da lontano la Terra Promessa e  sapere che non ci e` ancora permesso varcarla...
Volevo incontrarti, ma tu mi conoscevi già da tempo: Oltre la Porta senza porta non c'e` tempo, perche` non c'e` luogo. Incontrare davvero il Cristo vuol dire Essere fuori dello spazio-tempo, dappertutto e per sempre nel suo Corpo infinito, pura Coscienza...
Volevo guardarti negli occhi, e i tuoi occhi pronti pronti mi inondavano con la tua luce: si dice che l'occhio sia lo specchio dell'anima; se guardarsi l'un l'altro davvero negli occhi, anche solo per un attimo, ci permette di conoscerci 'dentro', giungere a guardare l'Occhio divino, la stella che brilla sulla nostra fronte, vuol dire aver realizzato Daath, il centro del Verbo, della Verita`.
Volevo stringerti la mano, ma tu mi avevi già abbracciato: la conoscenza della Verita` porta all'esperienza dell'Amore ove tutto e` Uno e non c'e` piu` separazione tra noi e l'altro, l'abbraccio diventa universale, il contatto, estasi.
Volevo suonare qualcosa, ed un’intera orchestra già era pronta: la musica, combinazione di ritmo, melodia, armonia e silenzio esprime la Bellezza, fascino dell'incarnazione. Il Bello che puo` essere comunicato con la musica trascende ogni altra forma di bellezza perche` oltre a trasmettere sentimenti e pensieri riesce a trasportarci  anche nel piano dell'intuizione...
Ti giro intorno, e tu giri dentro me, Che strana sensazione, Tutto è già finito, tutto sta per iniziare
Il vortice del Centro in rotazione si manifesta sempre uguale, perche` circolare, e sempre diverso, perche`  a spirale...
...E tutto cio` e` davvero Vero .... sempre che non ci troviamo in presenza di un caso analogo a quello della storiella Zen n. 26
     (v. 101 Storie Zen ed. Adelphi)!

 

Grazie. FV



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