Lettera di risposta al gruppo sul tema “La Famiglia”   09/12/06

 

1) Cara Luciana, poiche` ci chiami in causa, criticando (senza proporre alternative) quella che era solo una possibile soluzione pratica del problema della famiglia oggi in Italia e dicendo che  le istituzioni sociali vivono in disordine, ti rispondiamo che le istituzioni le facciamo noi con i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre azioni ed ognuno ha, per la legge del karma, le istituzioni che si merita, come ha la famiglia che si merita.
Se poi pensiamo che nelle istituzioni ci sia disordine cerchiamo di mettervi ordine. Creiamo karma positivo per l’avvenire, con pensieri ordinati, sentimenti ordinati e azioni ordinate. Ognuno lavori nel suo piccolo a costruire un mondo migliore per coloro che verrano.
E ora rispondiamo anche alla domanda che ci fai: … non siamo forse anche noi del C.I.S. una Famiglia? Che ne pensate? Esistiamo (dav)Vero?
Cara Luciana, noi siamo una “Famiglia” in quanto perseguiamo uno scopo comune, quello del CIS: la ricerca spirituale per una crescita spirituale, che deve interessare prima noi personalmente e poi il mondo che ci circonda. Se coloro che partecipano ai nostri  incontri vengono per questo scopo, allora fanno parte della famiglia, altrimenti rimangono “ospiti” e dopo un po` se ne vanno. Anche il ns/ teatrino fa parte di questa ottica ed e` stato privilegiato rispetto ad altre attivita` perché richiede una effettiva preparazione, studio e applicazione da parte di tutti i partecipanti.  Finche` “ci siamo”  cioe` ci incontriamo, esistiamo come famiglia ma, come  tutte le famiglie, anche la nostra ha bisogno di  cure, alimento e affetto da parte di tutti i suoi componenti e  soprattutto di coerenza per quello che concerne lo scopo delle riunioni: la Ricerca Spirituale. Per scambiare quattro chiacchiere o per discutere  su qualche argomento, si puo` andare al bar, al circolo sportivo, alle riunioni in parrocchia. Al CIS Centro Studi ‘Io Sono’ si viene per conoscere Se Stessi e per conoscerSi bisogna solamente lavorare su se stessi in una tensione continua verso il Divino. Semplice, no?

2) Cari Maurizio e Paola, da quello che avete scritto si deduce che dovremmo accettare letteralmente la frase della storia zen intitolata “Tutto e` il migliore”, ma  allora possiamo anche smettere di Ricercare: accettiamo tutto quello che ci viene supinamente, tanto il disegno (che non vediamo) e` meraviglioso…Noi invece vogliamo tener conto di quel vecchio proverbio che dice: “Aiutati, che Dio t’aiuta” e di quell’altro che dice “Chi e` causa del suo mal pianga se stesso”. Proverbi che ammettono il libero arbitrio e la possibilita` dell’individuo di autodeterminarsi, almeno in una certa percentuale.
Che l’umanita` stia attraversando un periodo di “crescita” e` scontato (ma quando mai non e` stata in crescita?), la nostra responsabilita` di individui, come dicevamo a Luciana, e` proprio quella di contribuire fattivamente a tale crescita coll’immettere nell’inconscio collettivo pensieri e sentimenti positivi e ordinati, agendo poi coerentemente anche sul piano fisico. Se vogliamo considerare l’attuale periodo come fase adolescenziale facciamolo pure, ma ricordiamo che normalmente tale fase della vita dei ‘figli’ si sviluppa ‘nella famiglia’, cioe` sotto la tutela giuridica, affettiva ed economica dei genitori, i quali, se sono validi, li accompagnano e li sostengono amorevolmente fino alla maturita`. Chi dovrebbero essere i “genitori” dell’umanita` di oggi? Per buon senso dovremmo rispondere: i Saggi, le persone Spirituali, coloro che hanno sviluppato le virtu`, non certo i cattivi maestri che la spingono al vizio, alla droga, alla licenza e alla trasgressione. Il male va corretto, non accettato. E qui torniamo alla necessita` di porre una distinzione netta tra bene e male: bene e` cio` che e` buono, male tutto quello che non lo e`.
Quando stiamo ‘male’ fisicamente, e tutti sappiamo cosa vuol dire star male, cerchiamo di guarire con le medicine, cambiando stile di vita, con tutta la buona volonta`; perché non mettere lo stesso impegno quando la ‘malattia’ e` del sentimento o del pensiero (v. 7 vizi capitali)? La sofferenza e` il sintomo delle malattie del piano fisico, ma anche di quello astrale e di quello mentale.
Tendiamo, senza cavillare sul significato delle parole, allo stato di bene-essere su tutti i livelli per noi, per la societa` e per quelli che verranno dopo di noi; e` nostro dovere verso noi stessi e verso i posteri. Lo sappiamo che parole come ‘dovere, disciplina, ordine’ fanno venire il mal di pancia agli adolescenti ribelli e insofferenti, ai peterpan che non crescono mai, ma non e` meglio, nella Scuola della Vita cercare di passare agli esami a giugno e non dover pagare i ‘debiti’ a settembre? Perché di questo si tratta: se non si studia la “materia” d’esame  al momento giusto, bisogna studiare in estate e  la “Pace”, le vacanze estive, per restare nella metafora,  se le gode chi ha studiato nell’inverno. La Pace bisogna guadagnarsela, non e` un pacco dono che ci viene regalato, ne` dall’Alto, ne` tantomeno dal “basso”…  

3) Cara Anna, abbiamo apprezzato il ritratto vivace e pittorico della tua famiglia di provenienza ed anche il tuo pensiero sulle famiglie “allargate” di oggi, ma quello che ci lascia ‘perplessi’ e` la tua perplessita` nello scoprire profondita`, autoesame e competenza in tanti campi nei giovani di oggi.  Avevamo come tema la crisi della famiglia, non avevamo detto che i giovani erano diventati stupidi.  E`  passato  mezzo secolo da quella che e` stata la nostra adolescenza, per la verita` non eravamo stupidi neanche noi, ma loro, che hanno avuto le tv, i computers e i telefonini, e tante liberta` individuali, sessuali e sociali, e i motorini a 14 anni e i viaggi all’estero con la scuola, cioe` quello che noi non ci sognavamo nemmeno, per le esperienze acquisite nei vari campi relativi a questi ‘mezzi moderni’, sono senz’altro piu’ ‘vecchi’ di quanto lo eravamo noi alla loro eta`. Questo non significa che la famiglia non sia in crisi, anzi. E il problema non e` solo ‘come’ sono i giovani oggi, ma ‘come’ saranno i giovani domani se i giovani d’oggi, tutti presi dai loro egoismi materialistici, (avendo dimenticato la spiritualita` per colpa dei genitori, degli insegnanti delle compagnie, delle tv, dei films ecc.), non creano piu`coscientemente famiglie ‘sane’, quelle cioe` in cui Dio e` invitato nel rapporto tra gli sposi per avere figli equilibrati e sereni. La natalita` in Europa e` bassissima e noi in Italia siamo al penultimo posto: niente figli = niente futuro.  Volevamo sapere se qualcuno qui al CIS aveva da proporre ‘qualcosa’ di pratico per preservare la nostra civilta` occidentale dal soccombere ad altre civilta`…il che comporterebbe per i nostri nipoti un  possibilissimo ritorno al medievo: schiavitu` per la donna, religione di stato, nessuna liberta` di pensiero e di azione.
Ma sembra che qui nessuno abbia nulla da proporre, non solo, ma che tutto sia ok così com’ è. Boh!
Certo, se arriveremo alla scomparsa della nostra civilta`, vorra` dire che ce lo saremo meritato. Ma, come dicevamo in precedenza, se vediamo che e` scoppiato un incendio, non corriamo a prendere l’acqua per spegnerlo? E  ci chiediamo: siamo ancora in tempo ad evitare che tutta la Casa bruci?
Potremmo anche ricordare il perché della ‘caduta di Troia’.  Ma non vorremmo essere le Cassandre di turno.

Grazie Franca

 

 

 

Storielle rabbiniche:

1)Durante una giornata estiva soffocante, un uomo anziano si reco` in una cantina fresca in cerca di sollievo. Nell’entrarvi, rimase accecato dal buio. “Non si preoccupi - disse un altro uomo che stava nella cantina - e` naturale che quando si passa dalla luce al buio non si sia in grado di vedere. In breve tempo, pero`, i suoi occhi si abitueranno e non le sembrera` piu` di essere al buio”. “Caro amico - rispose l’anziano preparandosi a uscire - esattamente di questo mi preoccupo. Il buio e` buio e il pericolo sta nel convincersi che sia come la luce”.

2) Uno studente era seduto in giardino col nonno: “A scuola  ho raggiunto  risultati eccellenti, eppure mi sento infelice”  Il nonno, usando un sasso e un ramoscello, traccio` un cerchio perfetto con la pietra al centro.“Quando hai un centro fisso e stabile - disse il nonno – allora il tuo cerchio sara` perfetto. Se invece il centro si muove in continuazione, non riuscirai mai a tracciarne uno. Oggi molte persone riescono ad avere delle carriere di successo, ma non riescono mai a trovare un centro spirituale intorno al quale le attivita` della loro vita possano gravitare. Soprattutto  in questi tempi turbolenti si ha bisogno di un centro stabile. Figlio mio, quando avrai stabilito il tuo centro e questo ti sara` chiaro, tutto il resto seguira`”.(v. Mt. 6, 33)



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